Category

Blog

Blog

I 10 libri da regalare a Natale 2014

Siete ancora in tempo per gli ultimi regali di Natale, oggi pomeriggio i negozi sono aperti, e quale negozio migliore di una bella libreria per i regali last minute?

Ve ne consigliamo 10, per tutti i gusti, per qualsiasi palato. Partiamo subito. Questi i miei sei consigli.

1. “Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti, edito da Mondadori. Costa 10,50 euro, in edizione economica. Un romanzo uscito qualche anno fa, ma sempre attuale, avvincente e accattivante. La scrittura di Ammaniti e limpida e incalzante, trascina in una dimensione problematica ma quanto mai realistica. A fare da sfondo alla storia è Ischiano Scalo, dove “il mare c’è ma non si vede”. Pietro è un timido studente di scuola media, figlio di una famiglia molto problematica, innamorato della sua compagna di classe, Gloria. La ragazza, figlia di una buona famiglia borghese, vive un’esistenza opposta alla sua, ma proprio per queste differenze intreccia una forte amicizia con il ragazzo. Graziano, playboy fallito ed eterno adolescente, torna ad Ischiano Scalo dopo anni di bagordi, di sesso e di droga e qui scopre per la prima volta il vero amore. Le storie di questi personaggi apparentemente distanti si intrecciano in una trama che lascia sempre con il fiato sospeso.

2. “Signor Malaussène” di Daniel Pennac, edito da Feltrinelli.  Costa 8,50 euro, in edizione economica. Quando si entra nel mondo delle avventure di Malaussène e la sua meravigliosa famiglia si rimane intrappolati in un fantastico mondo dal quale è davvero difficile uscire. “Signor Malaussène” è il quarto romanzo del ciclo basato sulle avventure della famiglia di Benjamin Malaussène. Nel romanzo, a metà tra il giallo psicologico ed il grottesco, la drammaticità delle storie di vita quotidiana del clan Malaussène si intreccia con quella di prostitute pentite, riportate sulla retta via da una suora iperattiva che si trasforma in un poliziotto instancabile e determinato per far luce sulla misteriosa scomparsa di alcune delle sue pecorelle smarrite. Un romanzo avvincente, commovente, divertente…insomma un gioiellino della letteratura degli ultimi anni.

3. “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, edito da Einaudi. Costa 12,00 euro. Vincitore del Premio Strega nel 1957, questo romanzo resta, a mio modesto parere, uno dei più belli del secolo scorso. Sullo sfondo dell’incontaminata isola di Procida si dipana la vita di Arturo Gerace, orfano di madre, legato al padre Wilhelm da un rapporto problematico e quasi morboso. L’isola racchiude tutto il suo mondo, e tutti gli altri posti esistono per lui solo nella dimensione della leggenda. Passa il suo tempo a leggere storie sugli “eccellenti condottieri”, a studiare l’atlante per progettare i suoi viaggi futuri e a fare fantasie sulla figura del padre che crede il più grande eroe della storia. Un romanzo certamente difficile e complesso, intenso e pieno di sfumature.

4. “Memorie d’una ragazza perbene” di Simone de Beauvoir, edito da Einaudi. Costa. Primo volume dell’autobiografia di una delle personalità più affascinanti del ‘900 letterario e non solo, il libro racconta l’infanzia e l’adolescenza di Simone de Beauvoir, ed è lei stessa a raccontarcela. Si scopre cosa ha contribuito alla sua formazione, si assiste ai suoi incontri, gli scambi, le prime esperienze letterarie. Simone ha la possibilità di venire a contatto con le più importanti personalità filosofiche e letterarie del ‘900, in una Parigi in fermento culturale. Al di là di ogni discriminazione sessuale, la de Beauvoir dimostra che da donna si possono conquistare le stesse vette degli uomini, raggiungendo anche ruoli sociali di primo piano al di là del matrimonio.

5. “Il libro di Morgan – Io, l’amore, la musica, gli stronzi e Dio” di Marco Castoldi, edito da Einaudi Stile Libero. Costa 17,50 euro. Morgan è una delle figure più controverse della musica italiana contemporanea, una delle postar più importanti degli ultimo vent’anni. Questa è la sua autobiografia, quella di un uomo complesso che ha dedicato tutta la sua vita alla musica. Due parole dette da lui: «Io non vivo infatti, io volo. Sono sempre in alta quota, leggero, costantemente in orbita, lanciato anche a piombo talvolta, è la sensazione che ho, quella di non avere i piedi per terra, ma sono ricompensato da una buona dose di senso pratico in quello che faccio. Il mio non avere i piedi per terra non è l’avere la testa fra le nuvole, tutt’altro. Sono concreto, pratico, forse cervellotico ma pratico, e se ci penso sono anche un romantico idealista».

6. “Il nodo del suono” di Argia Maina, edito da ‘Round Midnight Edizioni. Costa 7,00 euro. Il libro è una raccolta di poesie, un taccuino come mixtape di parole ritmate e sensi smarriti. Ispirato dalle vecchie audiocassette il volume di Argia Maina è diviso in due lati, da girare e leggere e lasciarsi trasportare da versi pop e blues, come ballate di Tom Waits che traghettano il lettore in universo fatto di impressioni, di odori, di provincia, di scelte sbagliate o giuste, di persone da salutare e luoghi da cui è difficile allontanarsi.

Continuiamo con i consigli del nostro Mr. President Francesco Rauccio.

7. “Mucho Mojo” – “Rumble Tumble” di Joe Lansdale, editi da Einaudi. Se non avete mai letto nulla di Lansdale, be’, fatelo subito. Mucho Mojo e Rumble Tumble fanno parte della riuscitissima serie di Hap & Leonard, due detective usciti dalla penna dello scrittore texano (“Il Texas è uno stato mentale”, parola di Lansdale) che diventeranno vostri amici dopo nemmeno venti pagine. Due caratteri che non potrebbero essere più diversi, due vite agli antipodi. Il risultato? Un’amicizia schietta e una rocambolesca serie di avventure che vi terranno attaccati alla pagina senza soluzione di continuità.

8. “Terzo settore in fondo” di Marco Ehlardo, edito da Edizioni Spartaco. Terzo settore in fondo è il primo libro dell’operatoresocialeanapoli Marco Ehlardo. Un saggio, un romanzo, un reportage: è molto difficile collocare un’opera come questa. Ehlardo riesce a raccontare con simpatia e umanità le enormi (a dir poco) difficoltà dell’accoglienza a Napoli, tra diffidenza, incompetenze politiche e una burocrazia pantagruelica. A tenere le fila del saggio c’è un racconto: la ricerca di Thomas Compaoré, richiedente asilo, sparito a pochi giorni dal colloquio per il permesso di soggiorno

9. “Il migliore” di Bernard Malamud, edito da Minimum Fax.  Quando leggi un libro come questo, ti chiedi perché non lo hai scoperto prima, o perché nessuno te lo abbia mai consigliati con la forza. Il migliore è la bellissima storia di Roy Bobbs, grandissimo giocatore di Baseball che riesce a sfondare solo in tarda età. La scrittura è elegante e piena di incursioni oniriche. Leggetelo (o regalatelo) e fateci sapere.

10. “Trilogia della città di K” di A. Kristof, edito da Einaudi. La trilogia della Kristof dovete proprio leggerla perché è un libro unico. Qualsiasi recensione non riuscirebbe a rendere l’idea del viaggio che andrete ad affrontare.

No Comments
Blog

Sondaggio – I 33 Album del 2014

Il 2014 volge al termine . Come lo scorso anno, vogliamo costruire insieme a voi  una sorta di ‘classifica’ dei dischi più amati.

Scriveteci a info@club33giri.it (con oggetto “Il mio album del 2014“) oppure lasciate un commento qui sotto l’articolo indicandoci il CD che quest’ anno v’ è piaciuto di più.

Non appena raggiungeremo quota 33, i risultati del sondaggio saranno pubblicati sul nostro blog con le seguenti informazioni per ogni album:

– Link all’ abum su YouTube e/o Spotify
– Genere
– Persona che lo ha proposto

N.B: L’anno di pubblicazione del disco deve essere 2014.

18 Comments
Blog

10 Film di Natale da vedere almeno una volta nella vita

Dicembre, per quelli poco attenti di voi, è il mese della festa per eccellenza: il Natale. A chi è che non piace? Anche a quelli più cinici e nichilisti di voi (la maggior parte si comporta così perché fa figo) piace, un po’ per i regali, un po’ per il cibo ed un po’ per i film a tema. Ed ecco quindi i 10 film di Natale da vedere almeno una volta nella vita.

 

1)  La vita è meravigliosa

 

Film del 1946 di Frank Capra

Avete presente tutti gli episodi “speciali” di Natale dei vostri cartoni animati e/o telefilm preferiti, in cui  uno dei protagonisti non vuole più vivere ed allora arriva un angelo e gli fa vedere come sarebbe la vita delle persone a lui care senza averlo incontrato?  Bene, è questo il film a cui si sono ispirati. Il problema, però, è che quegli speciali si perdevano in zucchero e saccarosio, ma questo film no. Il protagonista George Bailey ne passa di tutte, dalla perdita dell’udito all’orecchio sinistro per salvare la vita al fratello più piccolo, fino ad annullare i suoi sogni di viaggio per scoprire il mondo per dedicarsi al prossimo.  Il film è di un’amarezza di fondo che non ti aspetti dal film di Natale americano per definizione. Da vedere.

 

2)  Gremlins

 

Film del 1984 di Joe Dante

Film cult degli anni ’80. Tutti abbiamo amato da piccoli Gizmo e ci siamo terrorizzati con i Gremlins. È la commedia horror per definizione, in cui Joe Dante riesce a coniugare risate e paura alla perfezione, e le sequenze della città insediata e messa a ferro e fuoco dai Gremlins durante il Natale rimangono negli annali.

 

3) Edward Mani di forbice

 

Film del 1990 di Tim Burton

Questo film è la favola gotica per eccellenza, nonché il capolavoro di Tim Burton . Ambientata durante le feste natalizie, questa metafora sulle difficoltà del diverso, dell’artista nel relazionarsi ed essere accettato nella società borghese fa commuovere  ed emozionare.

 

4)  Una poltrona per due

 

Film del 1983 di John Landis

Ditemi voi come poteva non esserci?

 

5)  L’appartamento

 

Film del 1960 di Billy Wilder

Capolavoro del maestro Wilder, questo film in continuo bilico tra dramma e tragedia rappresenta alla perfezione la solitudine metropolitana durante le feste natalizie. Questa storia d’amore atipica, interpretata meravigliosamente da Jack Lemmon e Shirley MacLaine, non potrà non farmi emozionare, divertire e commuovere (lo so è una frase stra-abusata ma fidatevi).

 

6) Babbo Bastardo

 

Film del 2003 di Terry Zwigoff

Un Babbo Natale dei grandi magazzini, interpretato da Billy Bob Thornton, che odia i bambini, ladro, ubriacone, fissato col sesso anale con le ciccione. Cosa chiedere di più? Per passare un allegro Natale in famiglia.

 

7) Nightmare Before Christmas

 

Film del 1993 di Henry Selick

Da un soggetto di Tim Burton, una splendida storia in Stop-motion. In molti rifiutano di vederla “perché piace agli emo”. Queste brutte persone si perdono una storia meravigliosa, anch’essa amara, splendide canzoni e un’animazione dei pupazzi da fare storia.

 

8) Ogni Maledetto Natale

 

Film del 2014 di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo

Gli autori di Boris si cimentano con un’anti-commedia natalizia, in cui mettono alla berlina l’ipocrisia borghese e l’ignoranza della provincia in una storia molto divertente, anche se non cattiva come si può immaginare. Da vedere se non sopportate questa festività.

 

9) Trasporto eccezionale – Una storia di Natale

 

Film del 2010 di Jalmari Helander

Questo film finlandese si basa sui miti precristiani di Babbo Natale. Nel film è un gigantesco e feroce demone dalle enormi corna caprine sepolto nei ghiacci dal popolo Sami, perché si nutriva con le carni dei bambini che gli elfi malvagi, suoi aiutanti simili a dei comuni vecchietti barbuti ma spietati e sanguinari, rapivano nel cuore della notte. E questo è solo l’incipit. Per gli amanti del fantasy horror.

 

 

10) Il canto di Natale di Topolino

 

Film del 1983 di Burny Mattinson

Medio metraggio classicone e amato da chi è cresciuto negli anni ’90. Ci sono tutti i personaggi Disney, ma tutti tutti. Riproposto anch’esso durante le feste, non poteva mancare.

 

Tutti i gusti sono stati accontentati, fate la vostra scelta.

Buone Feste.

No Comments
Blog

Grand Re-Re-Re Op3ning. The days after.

R3 op3ning.1

Sicché sabato abbiamo riaperto. Per la terza volta in una nuova casa.

Ogni evento è sempre la stessa storia, figuratevi per questo, dopo mesi di “silenzio”: veniamo presi da ansie infantili, tipo quella da sindrome d’abbandono al supermercato o quella da festa di compleanno poco riuscita (è capitato a tutti, da bambini, dite la verità). Questa volta, probabilmente, era un’ansia stupida (ora trovatemi un’ansia intelligente): prima di tutto, l’evento Facebook è andato alla grande, 160 parteciperò non li abbiamo avuti mai per un evento indoor, sono quasi sicura di ciò; secondo di tutto, abbiamo talmente martellato amiciparenticonoscenticolleghivicinidicasaparrucchieriestetistepsicoterapeuticanigattiecincillà che, in fondo, lo sapevamo che qualcuno sarebbe arrivato e tutte quelle birre, quel vino, sarebbero stati bevuti, e non soltanto da noi.

Poi, a parte lo spam molesto verso chiunque ci fosse capitato a tiro, abbiamo pensato che qualche uomo probo incuriosito dalla nuova sede ci sarebbe stato, chi non ama le belle novità, in fondo?

Già, la nuova sede…bisognerebbe aprire un capitolo a parte solo per descrivere i lavori : immaginate tante teste, tante mani, tanti nervi (immancabili, ahinoi) ad imbiancare, tagliare giornali, montare un trabattello, sfidare le vertigini e salirci su (io, personalmente, l’ho preso proprio come un rito di iniziazione, nà roba superseria, per autoconvincermi a salirci, anche se in modalità bradipo, quando poi c’erano gli altri che ci si arrampicavano come delle agilissime scimmiette circensi), costruire quel palco superstratosferico (un ringraziamento infinito al buon Devi Trepiccione che lo ha realizzato, montato, testato e ci ha soccorso in questi giorni di preparazione con consigli e aiuti concreti), gli specchi, le mensole, il bancone e, insomma, tutto quello che avete visto e che vedrete, se sabato non ci siete stati.

Se metti che c’era anche un signor gruppo su quel palco fantastico, allora ti rendi conto che, in effetti, la serata aveva molti presupposti per andare bene: c’erano i Buddha Superoverdrive, ovvero Valerio De Martino alla voce e al basso e Jonathan Maurano alla batteria. Sulla carta il loro genere sarebbe rock/hard blues, una roba che tra la nostra sede di via Tari e la primissima di via Gallozzi non abbiamo mai ospitato. Li abbiamo scelti perché, volevamo aprire col botto, nel vero senso della parola, e direi che il loro live ha soddisfatto tutte le aspettative, se non di più.

buddha superoverdrive

Il tutto seguito da un live set del giovanissimo producer Talpa, ovvero Christian Gravante, che con la sua Cocacola si è aggiudicato il premio come “artista più sobrio che sia passato nel 33 giri da sempre”, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, quello che conta è che è bravo davvero e se lo è così tanto a 15 anni, figuratevi come sarà quando crescerà, nel senso artistico e letterale del termine.

talpa

È andato tutto più che bene: eravate tanti, tantissimi, avete invaso il vialetto, il parcheggio, tutto; con il rivedersi, salutarsi, abbracciarsi, il silenzio della zona che ci aveva un po’ spaventato i giorni precedenti, è scomparso in un allegro vociare (per la gioia dei nostri nuovi vicini, alè!) e c’era, davvero er panico della gente.

gente ovunque; sopra, sotto, dentro e fuori...
Gente ovunque; sopra, sotto, dentro e fuori…

Questo è quello che ripaga ogni litigio, ansia, momento di stress, della preparazione: essere riusciti a creare un bel momento, una bella serata, per noi e per chi decide di partecipare, esserci.

Un grazie sincero a chi in questi giorni ci ha aiutato concretamente; a chi ci ha chiesto con vero interesse come andassero i lavori; a chi da lontano, ci ha fatto sentire il suo supporto; a chi ha fatto chilometri per venirci a salutare; a chi è stato così gentile da farci un regalo, per “buon augurio”; a quei nostri intrepidi genitori che hanno sfidato la musica “rumorosa”  per venire a vedere, con una punta di orgoglio (seppur ben mascherata) cosa avessero combinato i propri figli.

Abbiamo solo riaperto le danze, le musiche e le bottiglie. Le prime di tante, tante altre.

R3 op3ning

 

(Foto di Roberta Cacciapuoti)

 

 

No Comments
Blog

Ogni benedetta prima domenica del mese

Qualche giorno fa un gruppetto di sett-ott e nuje ha lasciato a brontolare, per qualche ora, i propri demoni dell’inadempienza (tutti ne abbiamo uno, altro che chiacchiere) e ha varcato la Casilina  in cerca di bellezza con cui riempirsi gli occhi (e  un po’ di indignazione, sulla scarsa valorizzazione di questa bellezza, con cui riempirsi la testa, ammettiamolo).

E la cittadina di Teano, alle pendici del massiccio montuoso di Roccamonfina, nota ai più per il celeberrimo luogo dell’incontro più disgraziato della storia dell’Unità d’Italia (il primo, appunto), distante solo una trentina di km dalla nostra nuova sede (sulla cui ubicazione, per i più, aleggia ancora il mistero di Fatima, lo sappiamo, ma presto ci sbottoneremo, state quieti), di bellezza ne ha proprio tanta.

Non è dell’incontro “unitario”, il 26 ottobre 1860, di cui ci siamo interessati, né di conseguenza del museo garibaldino (anche perché non avremmo potuto: chiuso nei giorni festivi perché gestito con orari d’ufficio mentre noi, come la stragrande maggioranza dei turisti o girovaghi, ci siamo spostati nel fine settimana). Ci siamo buttati, invece, sull’archeologia: il Museo Archeologico e il Teatro antico, che sono SEMPRE ad ingresso libero, non solo ogni prima domenica del mese (“ogni tanto lo Stato ci fa un regalo” mi ha detto il custode all’ingresso, io ho sorriso, anche se avrei voluto dirgli che lo Stato regali così potrebbe farceli ovunque e sempre, se solo volesse davvero).

Ora, credo che se solo cercassi di parlare in modo divulgativo/polpettonesco del sito e del museo la maggior parte di voi, già scarsi lettori (nel senso di pochi, eh), abbandonerebbe la pagina, quindi, per il bene di tutti, mi limiterò a parlarvi, appellandomi al dio della sintesi che non mi è molto propizio, di quello che proprio non dovreste lasciarvi scappare tra il museo e il teatro dell’antica Teanum Sidicinum; cercate di resistere, suvvia.

#1: Teatro greco o teatro romano?

Dipende. La prima fase del teatro, quella di età repubblicana, 120-100 a.C., ha uno stile che si rifà a quello dei teatri ellenistici di Sicilia e Magna Grecia, con caratteristiche strutturali innovative per il tempo che diventeranno tipiche dei successivi teatri di tipo romano. Di ispirazione greca è anche il fatto che sorga alle spalle della collina, seppur il rapporto tra i due è solo apparente e non propriamente strutturale. Una curiosità in più, in cima alle gradinate del teatro sorgeva un tempio, probabilmente dedicato ad Apollo, che oltre ad essere il dio del sole, come ci suggerisce l’istruttiva ed educativa “Pollon combinaguai”, era soprattutto il dio delle arti.

Qualcuno definisce questo stile “greco-romano“, qualcun altro “italico” o “romano arcaico” ma nessuno ha torto e nessuno ha ragione.

La seconda fase del teatro, invece, quella imperiale, di fine II sec. d. C. (parliamo di Settimio Severo), vede il teatro rivestito di marmi e decori con un gusto prettamente romano, per questo sul sito ci sono grandiosi capitelli e rocchi di colonne proprio come quelli dei Fori imperiali di Roma, tanto per dirne una. È davvero impressionante vederli buttati così, come se un Hulk gigantesco li avesse volutamente ribaltati, anche perché sono ammassati insieme elementi che appartenevano a zone diverse, fateci caso. Questi e l’intonaco rosso, ancora presente su alcuni muri, personalmente, è quello che mi ha colpito di più. In realtà tutte le zone di accesso alle gradinate erano rivestite con intonaci e stucchi, col tempo crollati, lasciando alla luce solo l’ossatura della struttura, anticamente ricoperta da colore, forte e vivo ovunque si potesse posare l’occhio.

#2: Prendo un Loggione e ci faccio un Museo

Partendo dal presupposto che sapessimo già cosa fosse il “Loggione”, ci mandano qui per visitare il museo: in un edificio costruito nella seconda metà del XIV sec. sul tracciato di antiche mura preromane, importantissimo per la vita politica, amministrativa e giudiziaria della città e, in particolar modo nella sala d’armi o scuderia (come suggerisce la seconda denominazione, Cavallerizza), è stato allestito il percorso espositivo del museo.

Diviso in due parti, il percorso ci accompagna dalla semplice vita in villaggio dei Sidicini, popolazione italica di lingua osca, alla successiva urbanizzazione dovuta all’entrata militare di Roma in questi territori, che, dalla metà del quarto secolo a. C. cambiò radicalmente le carte in tavola, non solo dal punto di vista politico ma soprattutto sociale, portando novità, facilitando gli scambi commerciali e le ricchezze. Lo notiamo, per esempio, dalle steli funerarie nella seconda sala che rappresentano personalità importanti tra i Sidicini vestiti alla romana. Una sorta di “globalizzazione” era già in corso: si passa dalla statuaria fittile, quindi in ceramica della prima sala, unica nel suo genere, a quella, seppur di qualche secolo successiva, romanizzata, che potremmo trovare benissimo in ogni altro centro altrettanto importante dell’epoca.

#3: Oltre alle pietre c’è di più

La fortuna o  sfortuna, dipende dai punti di vista, di un posto come Teano è che ha delle caratteristiche utili a chiunque abbia mire espansionistiche e voglia stare abbastanza in alto da controllare il basso Lazio e l’alta Campania. Proprio ciò ha fatto di questa cittadina un luogo di passaggio incredibile; oltre i Sidicini e  Romani; i Longobardi e i monaci benedettini; i feudatari e poi i latifondisti; le famiglie nobili come quelle dei Carafa, dei Marzano, fino al duca di Sermoneta, ognuno ha lasciato un segno del suo passaggio.

Influssi provenienti da ogni dove, storie intrecciate in cui rivedersi e da cui imparare qualcosa di nuovo, solo a pochi passi da casa.

Andateci, non solo perché ogni prima domenica del mese son tutti a farsi i selfie sotto le statue, ma perché ne vale la pena, almeno un po’.

20140928_171802 20140928_165231 20140928_165427 20140928_165231 20140928_164710

Per info:

http://www.cir.campania.beniculturali.it/luoghi-della-cultura/cavallerizza-teano/museo-archeologico-di-teanum-sidicinum

Clicca qui per sapere come arrivare (ho fatto partire il percorso dall’Anfiteatro di Santa Maria, ma non è quella la nostra sede nuova, sorry):

 

No Comments
Blog

10 Best Moments in Via Tari

Potrà apparire un po’ “nostalgica” come operazione e, si sa, la nostalgia è canaglia. Ma a noi proprio non va di scordarceli tutti i momenti belli passati a via Tari, proprio ora che stiamo traslocando e nascendo a nuova vita in una nuova sede.

(Risposta all’eventuale precisazione: Sì, sì lo so, ancora non vi abbiamo detto dov’è la nuova sede, né come sarà…ma siate pazienti e verrete ripagati con la giusta moneta.)

E poi, diciamo la verità: a noi le liste piacciono proprio. Ne facciamo di tutti i tipi, in qualsiasi formato, in ogni momento. Liste della spesa, liste delle cose da fare, liste dei dischi della vita, dei libri da leggere, dei concerti da vedere, dei luoghi da visitare, e chi più ne ha più ne metta.
Allora perché, mi chiedo, non fare anche una lista dei 10 (solo 10, altrimenti non ne usciamo più) momenti più belli, divertenti, commoventi, mirabolanti, esilaranti, scoppiettanti trascorsi a via Tari?!

E’ solo una lista, non una classifica, perché è impossibile mettere su una scala di valore momenti tutti ugualmente importanti per la crescita di un’associazione come la nostra.

1. Happy 2th Birthday Club 33 giri – Febbraio 2014

Il secondo compleanno del Club, un traguardo importante, una serata di musica “pazza” con i Maleizappa, dolci buonissimi e tanta, tantissima gente ad invadere la nostra stradina.

2. Ciak Hour with Blow Up Film – Febbraio 2014

Non ci siamo mai dedicati solo alla musica, ci piace spaziare tra le varie arti, dedicando ad ognuna il giusto spazio e tempo. Il cinema è sicuramente tra queste e la serata passata insieme ai nostri amici casertani della Blow Up Film ci ha permesso di approfondire alcune tematiche legate al cinema, confrontarci e discutere con loro del nostro territorio e delle possibilità di fare cultura decidendo di restare, abbiamo avuto l’opportunità di afferrare lo sguardo sul mondo di Angelo Cretella e Alessandro Lanciato attraverso le loro opere cinematografiche.

2.CiakHour

3. Italian Beat Carnival – Marzo 2014

Un party di Carnevale davvero insolito, immersi negli anni ’60 e nella loro atmosfera Beat, tra le canzoni di Celentano, Rita Pavone, Little Tony, Gianni Morandi, Mina, Le Orme e compagnia.

3.Carnival

4. Giovanni Truppi Live – Novembre 2013

Uno dei live più sorprendenti, affascinanti e divertenti. Il cantautorato insolito e irriverente di Giovanni Truppi ha entusiasmato tutti.

4.Truppi

5. Tessera Day Palco Aperto – Novembre 2012

Per molti mesi i nostri “tessera day” sono stati dedicati al “palco aperto”. Durante queste serate gli strumenti erano a disposizione di chiunque volesse salire sul palco a proporre brani inediti o cover riarrangiate da suonare e cantare tutti insieme. Di queste serate ne citiamo una sola, in rappresentanza di tutte quelle passate a strimpellare in libertà.

4.Tesseraday

6. Gnut Live – Dicembre 2012

Uno dei live più intimi e delicati. Claudio, ormai un amico del Club, ci ha regalato un’esibizione davvero speciale: voce, chitarra, le sue parole e le sue melodie. Lui sul palco e tutto il pubblico seduto ai suoi piedi.

gnut

7. Natalizziamo il Club

Quando siamo arrivati alla sede di via Tari c’era da fare tutto. C’era da costruire una casa, abbellire, arredare, aggiustare, addobbare (insomma tutti i verbi con la “a” vanno bene). Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato duramente per renderla “speciale” e nostra. In rappresentanza di tutti i lavori di abbellimento fatti in occasione di ogni singolo evento… le serate di “natalizzazione” del Club, passate a fare l’albero di Natale e non solo.

natale

8. The Shak&speares Live – Gennaio 2013

Un live energico e saltellante quello dei nostri amici di Pompei. Hanno fatto muovere tutti i culetti e hanno fatto divertire davvero tutti con il loro zompettante “la-la sound” e con la loro simpatia.

theshak

9. “Atletico Minaccia Football Club”, presentazione libro di Marco Marsullo – Marzo 2013

Non solo musica, non solo cinema… anche presentazioni di dischi e di libri. Ne citiamo una su tutte perché è quella che ci ha più colpito. Marco Marsullo è stato nostro ospite per presentarci il suo “Atletico Minaccia Football Club”. E’ sempre un piacere incontrare autori, artisti, musicisti, attori, registi e confrontarsi con loro, chiacchierare come fossero vecchi amici, porgli domande, ascoltare da loro aneddoti e curiosità.

atletico

10. La cena post-festival “La Musica può fare 2”- Giugno 2013

I momenti “pubblici” della storia dell’associazione degli ultimi due anni passati a via Tari sono stati davvero tanti, e tutti ugualmente “memorabili”. Moltissimi  e altrettanto belli sono stati anche i momenti più “piccini”, quelli dedicati alle riunioni del collettivo, alle serate passate a progettare e programmare eventi e attività. Uno su tutti: la maxi cena dopo la seconda edizione del festival “La Musica può fare” (centro nevralgico delle nostre attività annuali).

 

Associazione Culturale Club 33 Giri

Pagina FacebookProfilo TwitterCanale InstagramCanale YouTube

No Comments
Blog

Una nuova casa per il Club 33 Giri: costruiamola insieme

59614_cantiere1_1

La nuova sede c’è. Il Club 33 Giri ha trovato una nuova casa e a breve si sveleremo dove si trova. Vi anticipiamo solo che siamo riusciti  a rimanere qui dove siamo nati. Santa Maria Capua Vetere sarà di nuovo la ‘culla’ di questa meravigliosa realtà. Ora più che mai abbiamo bisogno del vostro supporto, un supporto non solo emotivo ma anche materiale. Costruiamo insieme il nostro nuovo ‘nido d’amore’. Tutto ciò che nelle vostre abitazioni non trova più posto ed è ancora in buone condizioni non gettatelo via portatelo a noi. Ecco degli esempi:

– sedie;

– frigorifero;

– tavoli;

– divani;

– scaffali;

– lampade;

– tappeti;

– librerie;

e tanto altro.

Un pezzettino di ognuno di voi farà grande la nostra sede. Piena d’affetto, d’amore e di calore pronta ad ospitare la stagione che verrà e quelle che verranno.

Scriveteci a club33giri@gmail.com e/0 chiameteci al + 39 3332151364

No Comments
Blog

Cinque motivi per approfittare di ogni prima domenica del mese

 

Con il decreto Franceschini, in vigore dal primo luglio di quest’anno, torna #DomenicaalMuseo: ogni prima domenica di ogni mese tutti i siti archeologici, musei, gallerie, parchi e giardini monumentali dello Stato possono essere visitati, fotografati, vissuti, gratis.

Noi, che a volte ci sentiamo, indegnamente, come le Muse di Hercole (“Tesoro, vuoi dire Maschiole!”), cultori e disseminatori di sprazzi di cultura (è davvero una parolona), speriamo che quest’iniziativa non sia solo fumo negli occhi per allontanare l’attenzione dai problemi reali del nostro patrimonio artistico, ma che sia il primo passo per una valorizzazione seria e consapevole.

 

 

La serietà, per ora, a noi non compete mentre la consapevolezza di ogni piccolo barlume di bellezza che ci circonda è un nostro dovere, come esseri umani, vivi e pensanti in questo mondo. Perciò, in maniera più scanzonata possibile, cercheremo di far conoscere, ogni mese, un pezzetto di storia in più; sarà come sfogliare un vecchio album di famiglia, e poi il vintage mai come ora si porta assai.

 

Incominciamo da cinque buoni motivi per farsi un giro, magari proprio domenica prossima (prima, dopo o durante il mare) :

 

#1. Parliamoci chiaro: fa figo. Girare per musei o per qualsiasi altro luogo di cultura generalmente poco frequentato vi potrà dare quel tocco in più che a volte manca in conversazioni di vero “spessore”. Il campionato non è ancora iniziato e persino la tanto celebrata serie “Gomorra” (che sembra abbiate visto tutti tranne me) sta perdendo di interesse…ma volete mettere buttare così, con molta nonchalance un “domani pomeriggio non posso scendere con voi, vado al museo”?!?

Penseranno che siete proprio una persona sensibilebellainteressanteacculturata. E lo siete, ah, se lo siete.

 

Fate cose, vedete gente; certo

 

#2. “Anche io da grande volevo fare l’archeologo!”

 

Ovunque si vada ci si può imbattere in un museo, un parco, un sito archeologico, un palazzo o una biblioteca che varrebbero la pena essere visitati. Le “autostrade per l’Italia” ad ogni casello o area di servizio ci ricordano, inquietantemente, che “siamo in un paese meraviglioso” e, a volte, stentiamo davvero a crederlo. Quando ci infiliamo in un “luogo di cultura” spesso se non abbiamo le facoltà o la voglia (o semplicemente nessuno ce la vende) di acquistare una guida dobbiamo imbatterci nella cartellonistica museale, quei pannelli lunghi quanto i papiri della biblioteca di Alessandria d’ Egitto che dovrebbero spiegarci vita, opere e miracoli di quel luogo. Spesso li ignoriamo perché noiosi e poco comprensibili…Capita a tutti.

Ma fare uno sforzo e provare ad integrare la parola scritta con il circostante potrebbe davvero valere la pena, vi sentirete come il buon Jean François Champollion che decifra la stele di Rosetta, senza dover nemmeno studiare la grammatica greca (e, ditemi la verità, un po’ tutti da piccoli sognavate di fare gli archeologi, o no?).

 

 

Sorry, ma è il video più didattico che abbiamo trovato sulla Stele di Rosetta

#3. Enjoy the silence.

I musei sono un mondo a parte: sorgono in zone cittadine centrali, ma sono la pace dei sensi: silenziosi, forse pure troppo; il mondo fuori non li riguarda e il tempo a volte sembra davvero si sia fermato.

Certo, a meno che non andiate alla Galleria degli Uffizi, al Colosseo o nei Musei Vaticani, dove di silenzio ce n’è ben poco.

Ma non parliamo di questi; parliamo dei nostri piccoli musei di provincia; gli addetti alla vigilanza (o custodi, o come li volete chiamare voi) vi guarderanno alla biglietteria come se foste dei bambini che stanno andando a giocare col SuperSantos in mezzo al parco condominiale alle tre di un pomeriggio d’estate, ma voi fregatevene, la pace dei musei e dei parchi archeologici è solo fittizia e non vuol dire noia: tutto pullula di vita, e di certo la vostra presenza lì lo attesta. Il museo non è di chi lo custodisce, ma di chi lo vive, davvero, girando per le teche cercando di capirci qualcosa in più. Le reazioni brusche del personale museale sono dovute solo allo shock iniziale da visitatore: dopo qualche minuto quelle facce burbere saranno più che disposte a scortarvi nel vostro personale viaggio nel tempo, ve lo posso assicurare.

 

Pensate che sui custodi ci hanno scritto addirittura una canzone

#4. Bagni (quasi) sempre puliti.

Guarda caso, domenica prossima, la prima del mese, vi trovate in giro e avvertite, nel bel mezzo della vostra passeggiata verso l’infinito e oltre, quel bisogno impellente. Se siete nei paraggi di un museo o di un sito archeologico potrete liberarvi, qualsiasi peso abbiate, e unire l’utile al dilettevole facendovi un giro, anche giusto per non dare quell’impressione poco seria di uno che è entrato solo per usare il bagno. Che, sicuramente, sarà più pulito di qualsiasi toilette dei bar vicini.

 

#5. Just my imagination.

La mia motivazione preferita. Perché quello a cui buttiamo lo sguardo non è sempre stato così. I “coccetti” antichi erano usati nella vita quotidiana proprio come i nostri piatti, bicchieri, contenitori; anzi, il più delle volte quelli che abbiamo nelle nostre case in confronto sono una robetta molto triste. I siti archeologici, quattro “pietre vecchie” tenute in piedi chissà come, erano riccamente rivestiti con materiali pregiati, ricchi e colorati (molto di più di quello che pensiamo). Le gallerie ed i parchi stessi erano luoghi che ospitavano vita, fatti, intrallazzi e situazioni di ogni genere e sorta. Gli stessi edifici che ora ospitano i musei, nella maggior parte dei casi erano adibiti a tutt’altro.

Se durante la nostra prossima visita in un qualsiasi “contenitore di bellezza” chiudessimo per un attimo gli occhi e provassimo ad immaginare tutto questo, ci renderemmo conto di non essere molto diversi da chi ci ha preceduto, e sapere quello che è successo fino a ora potrebbe farci andare avanti con più serenità.

Male non può fare e, addirittura, potrebbe pure piacervi.

 

No Comments
Blog

Vacanze (musicali) a pochi €

  • By
  • 20 Luglio 2014

Il caldo è arrivato (lo sappiamo, stiamo mettendo il dito nella piaga) e si cerca l’ idea “vacanziera” per le settimane in arrivo; le soluzioni sono diverse: viaggettino all’ Estero,  restare nel nostro Stivale e le sue meraviglie e chi più ne ha più ne metta.

Come “Club 33 Giri” vi possiamo suggerire delle idee low cost che sposano uno dei nostri capi saldi, la musica dal vivo!

Breve elenco, più o meno informale di mete in regione per chi gradisce qualche giorno di musica e relax a prezzi contenuti, più nello specifico:

– arrivare (e possibilmente tornare) dalla location prescelta;
– campeggiare/alloggiare a pochi passi dalle aree concerti in campeggio e/o appartamenti in affitto;
– cibarsi;
– bere (con incosciente moderazione);
– ove necessario acquistare il biglietto dell’ evento;
– se ci scappa andare presso il lido o area culturale più vicina.

Tutto a pochi Euri! (Gusti e tasche personali lasciano intendere il poco quale sia la quantità di spicci da consumare).

No Comments
Blog

Il Club 33 Giri a Ottaviano

2014-07-10 11.57.34Finalmente, a più di un mese dalla chiusura delle attività con il festival La Musica può fare, una piccola delegazione del Club è andata a Ottaviano(Na) a trovare i ragazzi della cooperativa sociale “Ottavia” per consegnargli parte dell’incasso del festival, quest’anno organizzato proprio a sostegno della suddetta cooperativa. Siamo stati nel celebre, per diversi motivi, castello mediceo di Ottaviano, ora appartenente in parte al comune vesuviano e in parte al Parco Nazionale del Vesuvio, ma divenuto – ahinoi  – tristemente famoso per essere appartenuto al boss della camorra Raffaele Cutolo, che lo acquistò (in realtà fu acquistato da una società a lui collegata) nel 1980. Il bene fu confiscato nel 1991 e dopo quattro anni fu affidato al comune di Ottaviano. Il castello è immerso nel verde del Parco Nazionale del Vesuvio.

2014-07-10 12.29.10

Appena arrivati sul posto siamo rimasti veramente sconcertati dalla bellezza del castello e del parco circostante, tenuto in ottimo stato anche grazie al lavoro della cooperativa “Ottavia” che si occupa della manutenzione e della coltivazione dei piccoli orti che sono al suo interno. La responsabile, Rosita D’Errico, ci ha fatto visitare gli spazi verdi del castello e ci ha spiegato nel dettaglio di cosa si occupa la cooperativa. Noi siamo stati felici di esserci imbarcati in questa breve trasferta: abbiamo visto con i nostri occhi un piccolo angolo di paradiso e abbiamo conosciuto un gruppo di persone entusiaste che hanno dimostrato di meritare (se ce ne fosse bisogno) la fiducia che il club 33 giri ha deciso mesi fa di accordargli. Dopo circa un’ora ci siamo salutati con la promessa di ritornare al più presto, consapevoli di aver visto un luogo e una realtà meravigliosi a due passi da casa.

Foto di gruppo

Il lavoro di Ottavia – (Marigliano.net)
Cooperativa Ottavia – Blogspot
Progetto “InDifferenteMente”

Festival “La Musica può fare”

No Comments