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La Musica può fare

‘La Musica può fare’ 4: Giovanni Truppi

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  • 17 Giugno 2015

Giovanni Truppi è nato a Napoli nel 1981. Più di cento concerti in meno di due anni, un crescendo esponenziale dovuto soprattutto al passaparola tra pubblico e addetti ai lavori ed al magnetismo dei suoi live, ora un disco nuovo omonimo. Cantante, chitarrista e pianista come pochi, negli anni la musica di Truppi è stata accostata dai critici agli artisti più disparati (da Jeff Buckley a Giorgio Gaber, da Paolo Conte a Lou Reed) probabilmente per cercare di prendere le misure ad un talento compositivo e performativo completamente inedito nel panorama italiano, che non è riconducibile a nessuna ‘scuola’ pur mostrando di averne digerite molte e che fa della trasversalità e della felice convivenza di opposti uno dei propri tratti distintivi. Il suo primo disco è “C’è un me dentro di me” del 2010.

Nel 2013 esce “Il mondo è come te lo metti in testa”. Rock, avanguardia, e canzone d’autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessità e ingenuità sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni

“Giovanni Truppi” arriva nel 2015, ed è un disco che parla di amore e di sesso, di politica e di Dio, delle donne e degli uomini. È un disco psichedelico perché è un viaggio dentro, intorno e fuori la coscienza di un uomo e dell’Uomo ed è un disco di musica complessa che arriva dritta al cuore e al cervello. Prodotto da Marco Buccelli e registrato da Ivan Antonio Rossi presso lo Studio Nero di Roma è una raccolta di dieci canzoni dai molteplici livelli di lettura.

Trasformismi resi omogenei da un’attitudine giocosa. Una voglia post-moderna, post-indie, post-tutto, di giocare senza preconcetti con la canzone d’autore d’ogni epoca, in un ventaglio personalissimo di declinazioni. (Gianluca Veltri da Mucchio Selvaggio)

Giovanni Truppi – Giovanni Truppi (2015) [Streaming da Spotify]

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America ti ho dato tutto e ora non sono nulla: gli 89 anni di Allen Ginsberg.

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Era il 1926 e Allen Ginsberg diede un Urlo dal grembo della madre. Le cose stavano cambiando in America e il poeta arrivò per raccontare la coscienza del suo popolo attraverso quella che egli definì “una nuova visione” riprendendo il collega Rimbaud. Allen era ossessionato dalla società contemporanea e soprattutto dal New York Times, che leggeva ogni settimana (come racconta nella sua poesia America) e a cui, da adolescente, iniziò a scrivere lettere su tematiche civili e politiche. È sicuramente quest’ interesse che ha fatto di Ginsberg un grande letterato. Aveva capito tutto. Aveva compreso l’ansia e le forzature di un’ America che voleva primeggiare in tutto. Si era fatto interprete di un sentimento di angoscia che era condiviso tra i suoi connazionali. Il vero genio di tre generazioni. Perché dopo aver letto Whitman e Blake, con la sua grossa zucca scendeva in strada e scriveva esattamente ciò che vedeva.

Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa,

hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte,

che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz.

Da “Urlo  & Kaddish” (Il Saggiatore 1997)

La prima volta che lessi Ginsberg, come un po’ tutti credo, rimasi accecato dal suo stile, dalla sua scrittura. “Il  ritmo dei suoi versi va perfettamente a tempo coi pensieri”, pensai leggendo Kaddish e Reality Sandwiches. È ovvio che per supportare idee così vive, spudorate e spontanee c’è bisogno di versi metricamente spericolati, geniali e sregolati. Quello che noi oggi intendiamo per Beat Generation, un movimento nato quasi inconsapevolmente e corroborato attraverso le amicizie con Kerouac, Burroughs e Corso, è un processo che ha allargato le coscienze individuali cercando di arrivare a sviluppare una consapevolezza di sé attraverso la felicità, l’amore e la solidarietà. Tre temi che il poeta tratta in modo ritenuto assolutamente scandaloso dalla critica, per le varie oscenità descritte in “Howl” (Urlo), un poema del 1956, pubblicato dal maestro Ferlinghetti, in cui Ginsberg racconta delle vicende e degli incontri con amici e contemporanei, il tutto sotto un linguaggio e uno stile che rappresenta esaurientemente la Rivoluzione ginsbergiana: il tumbling hallucinatory (acrobazia allucinatoria). 

Sotto questo punto di vista, quel verso libero e lungo a cui Allen faceva affidamento, fungeva non solo da padella antiaderente, perché pensieri così veloci rischiano di rimanere attaccati alla ghisa, ma evitava così che le sue pietanze dal sapore piccante e delicate allo stesso tempo potessero prendere fuoco. Ginsberg non è stato l’unico ad inneggiare a valori come l’amore, né l’unico a sognare un mondo senza guerre, senza schiavitù, senza differenze sessuali, ma probabilmente è stato colui che più di tutti, attraverso la sua poesia, intima e confessionale, ha aperto le coscienze dei giovani che a quei sogni si sono aggrappati, sentendosi meno soli, meno utopici, udendolo gridare nelle piazze, nelle gallerie di New York, nel teatro San Carlo di Napoli. Perché poi la poesia quando racconta invade, annienta ogni barriera mentale e nazionale. Unisce le coscienze e si proclama immortale. Ginsberg ha cantato per tutti noi e ancora parla il giorno in cui avrebbe compiuto 89 anni. Anzi no, Allen non parla, grida, perché i suoi messaggi possano essere recepiti con chiarezza. Ed è assolutamente chiaro che in ognuno di noi, oggi più che mai, dovrebbe esplodere un Urlo.

Continuo a scrivere poesia perché è una forma di meditazione. Scopro il mio pensiero latente e lo muovo verso l’esterno. E’ anche una certa forma di solitudine, e io voglio comunicarla, che gli altri possano toccarla, toccarmi, e che io possa toccare la gente. 

Allen Ginsberg

Articolo a cura di Antonio Di Vilio

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La Musica può fare

‘La Musica può fare’ 4: Sabba & Gli Incensurabili

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  • 12 Maggio 2015

Sabba, Salvatore Lampitelli, incontra gli Incensurabili (Luca Costanzo, Alessandro Grossi, Alessandro Mormile e Alfonso Donadio) nel luglio 2010. Li unisce un obiettivo comune: l’utilizzo della musica come mezzo di denuncia. Si parla di situazioni che vengono oscurate per fare spazio a cose ben più importanti per l’italiano medio: il Grande Fratello, la partita della nazionale, l’intreccio amoroso tra il V.I.P. di turno e la spogliarellista anonima che diventa celebrità tutto d’un tratto.

I testi di Salvatore “Sabba” Lampitelli, già voce e chitarra di Franco Del Prete & Sud Express, si sposano col sound che mettono insieme quattro musicisti con background molto diversi: un mix fresco e frizzante che la band riesce a trasmettere con l’energia e la rabbia di chi non vuole abbassare la testa di fronte ai silenzi e alla rassegnazione che stanno conducendo il Paese inesorabilmente alla deriva. Nell’ Estate 2011 registrano un primo Ep dal titolo “Sì, Ma Quanta Gente Porti?”, un monito alla situazione dei live della scena musicale indipendente in Italia. Il Lavoro ottiene grande interesse da pubblico e critica e viene susseguito da un tour ricco di date che tocca le principali città italiane.

I mesi a cavallo fra il 2011 ed il 2012 sono tempi di crisi per l’economia capitalistica globale e di rinnovamento nelle alte sfere direzionali delle politiche europee. In questo stesso periodo Sabba e Gli Incensurabili decidono di attendere il bivio “crollo o rinascita” del sistema civiltà negli studi di registrazione dove nasce il loro primo disco. Argomento principe è l’irriverenza nel raccontare le anime, i disagi e le ombre che si nascondono fra la gente comune; così nasce “Nessuno Si Senta Offeso” (BulbArtWorks/Audioglobe). Dieci racconti che rappresentano estratti di vita di altrettanti personaggi del quotidiano: panettieri e impresari, donne gioiose, emigranti ed innamorati persi, sempre visti attraverso un occhio lungimirante e con uno spirito umoristico che spesso sa di provocazione.Dopo “Nessuno Si Senta Offeso” (BulbArtWorks/Audioglobe), uscito nel 2012, arriva a gennaio 2015 “Sogno e son Fesso”, che racchiude in sole dieci canzoni il diritto alla speranza di una generazione rinnegata dalle sue stesse radici che, dopo vent’ anni di silenzio, si ritrova a sostenere il peso di una storia a cui non sente di appartenere.

“Sogno e Son Fesso” può essere riassunto nella frase “via dall’idea che non meritiamo di più” che troviamo nella canzone Per Resistere: perché l’album si propone di dare, di trasmettere a chi ascolta un motivo per andare avanti, oltre le proprie battaglie quotidiane. A modo loro, Sabba e Gli Incensurabili hanno scelto di resistere con la Musica. Nel disco, tra le altre, un bellissimo duetto con Giovanni Block sulle note della canzone Un giorno perfetto.

Sabba & Gli Incensurabili – Nessuno si senta offeso (2015)  [Streaming da Spotify]

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Cineforum Eventi

Capitolo primo. Adorava New York

Manhattan

Ritorna il consueto appuntamento settimanale del Club 33 giri con il cineforum “LeadFollow”. La terza proiezione del mese di Aprile (interamente dedicato a Woody Allen) vedrà protagonista il film “Manhattan” del 1979. L’opera è una delle colonne portanti della filmografia del regista newyorkese, qui al suo nono film da regista e alle prese con una vera e propria ode alla sua città natale. Già dal titolo infatti possiamo intuire quanto sia marcata la presenza della città nelle dinamiche affettive e sentimentale dei personaggi, ne è un esempio lampante la scena forse più potente dell’intero film, quella in cui Woody Allen e Diane Keaton sono seduti su una panchina dell’East River contemplando il sorgere del sole, con una New York posata, quasi dormiente che fornisce la cornice perfetta per l’atto dell’innamoramento, mai stato reso con più forza e semplicità prima d’allora. Un’immagine che diventa un’icona che ci si incolla addosso perché in fondo è così che tutti noi vorremmo innamorarci. Manhattan è, tanto per cambiare, una storia d’amore, che gira intorno al protagonista Isaac Davis (Woody Allen), diviso tra l’ambiente intellettuale e snob incarnato dal personaggio di Mary (Diane Keaton), l’ex-moglie vendicativa, che ha deciso di scrivere un libro nel quale rende pubblici dettagli della loro vita coniugale, interpretata da Meryl Streep, e l’amore romantico per l’adolescente Tracy (Mariel Hemingway). Il film è un condensato dell’universo alleniano, pieno zeppo di tradimenti, nevrosi e battute sagaci, tecnicamente impeccabile, a partire dai movimenti di macchina per finire alla diafana fotografia di Gordon Willis, che dipinge la luce perfetta per un bianco e nero da mozzafiato. Ad accompagnare infine i personaggi nei loro continui tentativi di divincolarsi dalle responsabilità e dalla frenesia scalpitante della città, ci sono le musiche di George Gershwin, che fin dal primo minuto aiutano Allen ad allestire una delle atmosfere più intime della storia del cinema.

Vi aspettiamo stasera alle ore 22.00 in associazione.

Articolo a cura di Luigi Fiorillo e Antonio Di Vilio

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Riunione Collettivo del 18 Marzo 2015

Si terrà Mercoledì 18 Marzo, dalle ore 21.30, in via Perla (Central Park, Angolo Jan Palach) a Santa Maria Capua Vetere (CE), la riunione collettivo firmata Club 33 Giri.

Segue un elenco breve degli argomenti di discussione della serata:

  • Festival ‘La Musica può fare 4’
  • Proposte e suggerimenti degli intervenuti

Per partecipare alle riunioni è necessario tesserarsi: http://goo.gl/29v0eB

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Bacheca La Musica può fare

La Musica può fare 2015 – Staff

Sta per tornare il Festival “La Musica può fare”, quarta edizione della rassegna promossa dal’ Associazione Culturale “Club 33 Giri” che si terrà nel mese di Giugno di quest’ anno.

LMCLa macchina organizzativa del Festival sta scaldando i motori; brainstorming di idee, proposte e pensieri paralleli, passo dopo passo vanno concretizzandosi. Attraverso le nostre pagine sul web e gli eventi in programma, vi aggiorneremo come sempre su tutte le novità.

Quest’ anno inoltre, giochiamo d’ anticipo e come per la 3° Edizione vi informiamo che è possibile proporsi come volontari dello staff per la riuscita del Festival.

Guido

Attraverso il seguente modulo, lasciando i vostri dati, verrete aggiornati sulle riunioni organizzative così da poter diventare parte attiva sin da subito e potrete fornire supporto nella giornata X per contribuire alla riuscita della quarta edizione del Festival “La Musica può fare”.

Entra a far parte dello Staff del Festival “La Musica può fare 4”

RobertoQuest’ anno, per i volontari che ne faranno richiesta il Club 33 Giri rilascerà inoltre un’ attestato di partecipazione.

Infine; se possiedi un’ attività commerciale, vorresti supportare il Festival, avere maggiori informazioni sull’ andamento de “La Musica può fare” potrebbe interessarti la brochure di recente pubblicata: Brochure Lmpf4

 

Video Riassunto della 3° Edizione del Festival “La Musica può fare”

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Cineforum Eventi

Gonfiamo i palloncini

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Ritorna il consueto appuntamento settimanale del Club 33 giri con il cineforum “LeadFollow”. La seconda proiezione del mese di marzo vedrà protagonista il capolavoro della Disney-Pixar, “Up” di Pete Docter e Bob Peterson. La pellicola, vincitrice del premio Oscar per il miglior film d’animazione nel 2010, racconta in chiave romantica ed avventurosa, di quanto coraggioso sia coltivare un sogno, rincorrerlo testardamente, anche se la nostra indole non è complementare con tale atteggiamento. Questo coraggio però, spesso può lasciare il posto ad un sentimento di completa disillusione, di misantropia, di totale indulgenza (verso noi stessi mai verso gli altri) quando qualcosa, in questo caso la morte, ci porta via la linfa vitale che alimentava quella forza interiore in grado di tenere vivo il sogno malgrado il dirompere continuo della realtà nella nostra vita. Quella linfa vitale è quasi sempre una persona e quando quest’ultima c’abbandona, di lei ci rimane soltanto una promessa, troppo fragile a confronto. Passano gli anni e col tempo la nostra memoria ci tira dei brutti scherzi facendoci credere che il dolore, l’età, il senso di inadeguatezza siano dei buoni motivi per cui dimenticare quella promessa, facendoci dedicare all’ordinario, alle cose inutili. A volte però quei sogni che credevi abbandonati decidono di levarsi di dosso tutta quella polvere accumulata con gli anni, e di chiederti, anzi importi, di riportarli a fulcro centrale della tua esistenza. Può succedere che si presentino sotto forma di un bambino grassottello di nome Russell. Può succedere che ti devi dare una mossa, tu Carl, vecchio e orgoglioso pensionato radicato in casa e deciso a non abbandonare per nulla al mondo, nemmeno per tutta quella montagna di soldi che l’imprenditore multimilionario ha deciso di offrirti, perché lì non vuoi altro cemento a rifocillare la speculazione edilizia nella tua città. Può succedere che ti ricordi di quella promessa che hai fatto all’amore della tua vita, andare a vivere sulle cascate Paradiso, in Sud America. Non ha alcuna importanza se ad ostacolarti ci siano cani parlanti, fantomatici animali in via di estinzione o dimenticati esploratori dall’oscuro passato, tu devi tener fede a quella promessa e se per farlo occorre far volare casa tua, beh allora è meglio se cominci a gonfiare più palloncini possibili.

Vi aspettiamo domani alle ore 21.00 in associazione.

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Eventi Musica Live

Buon Compleanno Club 33 Giri! – The Collettivo LIVE

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  • 18 Febbraio 2015

L’ Associazione Culturale “Club 33 Giri” compie 3 anni e festeggia Sabato 21 Febbraio 2015 a partire dalle ore 21:00.

La festa di compleanno avrà come ospiti i The Collettivo, band napoletana dal sound:

funk, electro, cazzutamente groove [1]  

Oltre alla musica, spazio alle arti visive con la mostra fotografica di Maria Teresa Palladino e le sorprese che il Club 33 Giri vi riserverà per la serata.

Per i tesserati l’ ingresso sarà GRATUITO.

Coloro che per la prima volta si tessereranno al Club 33 Giri potranno effettuarlo, vista la giornata di festa, versando un contributo di € 3,00 (con bicchiere di vino in omaggio); tessera valida per tutto l’ anno associativo 2014/2015.

Biografia "The Collettivo"
"Una serie indefinita di personaggi e storie. Per antonomasia senza una line-up, ma semplicemente…un collettivo di anime e pensieri. Dopo l'uscita di “Something About Mary Quant”, notevolmente apprezzato da critica e pubblico, ritorna The Collettivo con il disco "Modern By Contract" è la consapevolezza di vivere in un'epoca alla quale, per come si è evoluta, non sentiamo di appartenere; il folle desiderio di una dolce involuzione piuttosto che la disperata ricerca del "nuovo" ad ogni costo. Una riflessione che si concretizza nei suoni e nelle atmosfere dell'intero long-playing, un continuo saltellare tra la musica di oggi e quella di ieri, lasciando quella di domani agli altri perchè "tenimm 'o cche ffa" (abbiamo già preso impegni)."
The Collettivo in rete:
Tesseramento – What?

Club 33 Giri – What? – Where?
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Cineforum Eventi

Ritorna il cinema al 33 Giri

ll programma del Cineforum.
ll programma del Cineforum.

Se state facendo qualcosa, continuate a farla; se state ascoltando una canzone, non schiacciate pausa; se state maledicendo la vostra connessione che, per l’ennesima volta, si è bloccata lasciandovi di fronte questo post,  continuate a maledirla dando sfogo ai vostri istinti più bassi, ma durante tutto questo, concedete qualche minuto alla lettura di queste poche righe. La notizia è questa: domani, martedì 10 febbraio, ritorna il cineforum “LeadFollow”, giunto ormai alla terza edizione. Tutto qui. Si lo so, non è che sia sufficiente a calmare i vostri sfoghi e le vostre (nostre) piccole frustrazioni quotidiane, ma io v’avevo avvisati. Devo informarvi che quest’edizione conterà 8 proiezioni e che quindi almeno per otto settimane riceverete notizie, da me o dal mio mozzo, riguardanti il cineforum. Faremo di tutto per  convincervi ad unirvi a noi nel nostro progetto,  apparentemente carismatico quanto una partita di curling, lo so, ma vivo e permeato da una quantità di passione tale che ci consentirà di trascinarvi senza che voi ve ne accorgiate. In preda, ahimè, di questo vortice di parole non posso evitare di spiegare cosa sia realmente “LeadFollow”: L’incondizionato amore per il cinema, tempo fa, decise di manifestarsi…tutto qui, solo che il suo pantagruelico bisogno d’attenzione ha fatto si che una edizione non fosse sufficiente e quindi eccoci alla terza e mezza. È molto semplice, ed è proprio per questo che per rendere tutto un po’ più interessante, anche questa nostra “forzata dichiarazione d’amore” seguirà due linee guida che abbiamo deciso di imporre: Il cinema sperimentale contemporaneo e il cinema d’animazione. Si partirà dalla  colorata denuncia all’America pistolera di Gus Van Sant con “Elephant”, per poi passare all’imponente capolavoro “Arca Russa” di Alexander Sokurov, per poi arrivare al travagliato “Dogville” di Lars Von Trier. Il mese di marzo invece sarà il mese del cinema senza né carne né ossa. Ci saranno pellicole che hanno segnato la storia dell’animazione, come quelle del maestro Miyazaki e pellicole di registi che sono stati soltanto degli incursori nel genere, come “Fantastic Mr.Fox” di Wes Anderson e “La sposa Cadavere” di Tim Burton, e infine pellicole che hanno vinto l’oscar come “Up”, il capolavoro Pixar diretto da Pete Docter. Qualunque sia il mese, il film o il genere, l’amore per la settima arte si sentirà e di conseguenza perdonerete la mia incessante voglia di rendervi partecipi.

Il film di domani sarà “Elephant” (2003), vincitore della palma d’oro al festival di Cannes e riconosciuto come una delle migliori opere del regista Gus Van Sant (Will hunting; Milk). Il film trae spunto dal massacro della Columbine High School e da altre tristi stragi americane avvenute in ambienti scolastici, ed è una caustica e inspiegabilmente “posata” denuncia all’America contemporanea che troppe volte presta il fianco a stragi del genere grazie alla propria tolleranza nella vendita delle armi. Il titolo allude al proverbiale elefante nella stanza, metafora di un problema che tutti vedono ma di cui nessuno vuole parlare. A domani.

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Bacheca Eventi

Calendario Eventi/Live da Novembre a Gennaio

Un calendario ricco di eventi, ricco di concerti che speriamo possano appassionare tutti i tesserati dell’associazione.

Musica per tutti i gusti e per tutti i palati, ma andiamo con ordine.

Domenica 23 Novembre 2014 – La Bestia CARENNE

La band Napoletana presenta Catacatassc’, il primo lavoro ufficale, pubblicato dall’etichetta napoletana BulbArtWorks. L’album è stato interamente registrato e missato dalla band lo scorso autunno presso la masseria Auciello di Sant’Agata de’ Goti. Catacatassc’ sta per catacatascie ovvero le lucciole, le suggestioni notturne e intermittenti che hanno accompagnato la band napoletana con inconsapevole e naturale continuità nelle registrazioni di questo primo album.

Domenica 7 dicembre 2014 – Blindur /Opening PiccolaOrkestraPerPrestazioniOccasionali

Blindur è un progetto del polistrumentista e cantautore napoletano Massimo De Vita, a cui nell’autunno 2013 si affianca l’amico di vecchia data Michelangelo Micki Bencivenga (banjoista, chitarrista e polistrumentista). Il sound trae ispirazione dall’universo new folk, indie e post rock, mescolando strumenti tradizionali e moderni, paesaggi sconfinati come quelli islandesi e irlandesi e lo spazio intimo di una stanza, di una cabina di una nave, la cuccetta di un treno, il sedile posteriore di un’auto, perchè Blindur è, prima di qualunque altra cosa, un viaggio.

Ad aprire il live sarà Joseph Foll, al secolo Giuseppe Follera, anima e centro della “pIccolaOrkestraPerPrestazioniOccasionali”. Joseph, reduce di guerra, abile con 4 corde (6 sono troppe davvero) uomo di lunghe vedute musicali e non, ci regala il suo mondo facendoci ascoltare i suoi brani.

Sabato 20 dicembre 2014 – JFK e la sua bella bionda

JFK & La Sua Bella Bionda è la band di Lelio Morra (Napoli, 23 Gennaio ’86), musicista  e cantautore napoletano.
Il nome della band, come la stampa gentilmente ha ricordato più volte, richiama la “scandalosa” relazione tra John Fitzgerald Kennedy e Marilyin Monroe. Canzoni in italiano che non rientrano in un genere preciso, ma semplicemente raccontano la storia in questione con la musica adatta o viceversa. Portano in giro “Le Conseguenze dell’Umore”.

Domenica 4 gennaio 2015 – The Shak & Speares

The Shak & Speares, band folk-rock made in Pompei, nascono nel novembre 2010 nella Marlowe’s House, una generosa stamberga persa nelle campagne vesuviane. Tutti partoriti in casa i fratellini Marlowe, in rapida successione, sparati fuori dall’energia della musica che smuove l’anima. Reduci dall’uscita del secondo disco “Dramedy” tornano ancora una volta a trovarci gli Shak&speares con il loro “la-la-la sound”.

Sabato 24 gennaio 2015 – The Fabbrica 2.0

The Fabbrica 2.0 è lo spazio mentale in cui Michele, Gennaro e Eros si dedicano alla catena di montag/gioco che porta alla creazione di ogni nuovo brano. Partecipano e vincono nel 2013 il contest “Campania Sonic Lab” il quale permette al gruppo di produrre il secondo disco “Come vento in faccia” anticipato dal singolo “Mi disarmi” e di avere un contratto con la Octopus records.

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